Distribuzione territoriale dei vini di questo blog

Wednesday, April 04, 2007

VINITALY 2007. UNA FIERA DI SVOLTA.



Anche io sono tra i tanti reduci della grande fiera, vetrina dell'enologia italiana e mondiale, termometro delle tendenze dei produttori e dei consumi.Le impressioni sono state tante ed in alcuni casi contrastanti ma, per alcuni fenomeni, mi sembra di avere notato delle tendenze abbastanza chiare ed univoche.

La prima osservazione la posso fare sulla distribuzione dei visitatori all'interno dei padiglioni nei quali erano suddivisi i produttori delle varie regioni e dei vari stati. Fatta salva una maggiore presenza nei padiglioni centrali posti nelle immediate vicinanze degli ingressi principali (San Zeno e Cangrande), meglio raggiungibili e che fungevano anche da punto di passaggio verso i settori periferici della fiera, ho notato un interesse, da parte del pubblico, molto accentuato nei confronti delle regioni meno blasonate. Gli operatori ed i wine-lovers stanno manifestando una buona attrazione nei confronti di aree geografiche un tempo semisconosciute (dal punto di vista enologico), come il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Valle d'Aosta.

Continua imperterrito anche il fascino dei vini siciliani, favoriti anche dall'ottima organizzazione che supporta i produttori di questa grande isola del Mediterraneo. Nel campo delle conferme continua il buon successo dei produttori del Veneto, del Piemonte e della Toscana. Nel padiglione riservato a quest'ultima regione (il numero 8) ho notato però un diverso bilancio nazionale, rilevando una preponderanza di visitatori provenienti dagli Stati Uniti. Buoni riscontri arrivano (nonostante la posizione decentrata del padiglione 11) anche per i produttori della regione Abruzzo, per i quali sta sempre di più pagando la forte scelta legata alla qualità, congiunta in maniera stretta alla riscoperta dei vitigni autoctoni ed al mantenimento di prezzi interessanti.

Altro interessante fenomeno che ho riscontrato è l'attenzione dedicata dai visitatori nei confronti dei vini esteri. Ma la cosa più degna di nota è il cambiamento della propensione dei presenti, maggiormente interessati nei confronti dei vini provenienti dall'Europa Centrale ed Orientale.
Gli stand dei produttori austriaci, sloveni, tedeschi ed ungheresi hanno conosciuto un flusso continuo di persone interessate verso i vini di questi Paesi, sempre più inclini a farsi conoscere dai consumatori italiani. Questa opportunità è considerata in maniera sempre più ragguardevole, tanto che nella giornata di domenica è stata segnalata a Verona la presenza del Ministro dell'Agricoltura della Repubblica Ungherese.

Questa è la conferma di alcune delle tesi che da molti anni tento di avvalorare, in merito ai vini di molti Paesi europei. Sono sempre più convinto che il Burgenland, la Slovenia, l'Ungheria, la Slavonia, la Vojvodina, la Slovacchia e la Repubblica Ceca costituiscano un'area al tempo stesso omogenea e ricca di grandi diversità. Una macro-regione che ci rallegrerà molte serate, animate dalla volontà di assaggiare prodotti eccellenti, anche se diversi dai nostri.

Ho potuto rilevare anche una notevole ed importante riflessione sull'uso dei vasi vinari in legno di piccola capacità (barriques). Molte aziende e molti enologi stanno finalmente ripensando l'utilizzo spregiudicato che di tali contenitori è stato fatto nelle fasi di invecchiamento, nella speranza di ottenere vini dal gusto internazionale. I produttori italiani stanno finalmente comprendendo che un vino, per essere buono, non deve per forza sapere di California.

Un'ulteriore tendenza degna di nota è quella dell'aggregazione dei piccoli produttori, il cui esempio maggiormente significativo è quello costituito dal "Consorzio Langa Style", nel quale confluiscono otto piccoli produttori dell'area delle Langhe, accomunati dall'amore per la loro terra e dalla volontà di farsi conoscere con prodotti dalla qualità alta e dai prezzi concorrenziali. Auguro a questi nuovi attori della scena enologica italiana un ottimo successo e degli ottimi riscontri di mercato.

Per concludere, tanti buoni segnali, da incoraggiare ed implementare.

Allora cosa dire??? Buona Salute a Tutti!!! Pierluigi Salvatore.

NELLE FOTO: LO STAND DI UN PRODUTTORE SLOVENO IN UN PADIGLIONE DEL VINITALY 2007, IL LOGO DEL CONSORZIO "LANGA STYLE".


4 comments:

venere said...

oh Pier! Ho letto il tuo articolo con molto interesse. La passione per il vino è di pochi, oggi prevale decisamente la moda di far roteare i larghi calici sotto il sole del mercato di mezzogiorno (visti con i miei occhi)- una puzza di alcool... Invece la passione è quella che ti fa sorseggiare un buon bicchiere anche nella segretezza delle tue mura domestiche per celebrare il piacere di stare insieme con chi ami... Salute a te! PS: quando si posta qualcosa insieme?

pierosalvatore said...

Certamente in mezzo ai veri appassionati si nascondono molti con pretese modaiole, altri con voglia di esibire subcultura, altri ancora con semplici atteggiamenti sguaiati. Io per esempio, quando sono al ristorante, mi caratterizzo per ordinare (nella maggioranza dei casi) il vino della casa. I costi e le teatralità che oramai attanagliano il nobile frutto della vite mi inducono ad assumere comportamenti pubblici più laconici. E riservare le buone bottiglie, quelle più affascinanti per i momenti intimi o per i veri amici...
Ora ho intenzione di postare un po' sui vini bianchi e rosati...ci cominciamo ad attivare??
Buona salute a Te!!!

Anonymous said...

ciao piero sono francesco e sono anche io reduce del vinitaly 2007 anche quest'anno organizzato in maniera impeccabile!Ma vorrei ripartire da dove ci siamo lasciati:il pecorino.Ebbene si,ho conosciuto Domenico Pasetti,il produttore di Pecorino che tu stesso mi avevi indicato un pò di tempo fà.Credimi che sono rimasto sbalordito oltre che per i suoi eccezionali prodotti per le sue grandissime competenze tecniche e commerciali.Per me che sono un giovane imprenditore,anche se in tutt'altro settore,l'incontro con Pasetti ha rappresentato un utile lezione di marketing e le sue idee forti, secche e chiare ma sempre pronte al confronto,dovrebbero essere un modello da seguire per chiunque si appresta a diventare un imprenditore o per chi già lo è da tempo. La naturale conseguenza di questo sono dei vini a dir poco eccezionali.Il suo pecorino è divino ma mi ha sbalordito anche la linea testarossa,la conosci?e cosa ne pensi dell'Harimann?secondo te esagero col dire che è stato il miglior vino che ho degustato quest'anno a Verona?Grazie di avermi fatto conoscere Pasetti!Volevo chiudere chiedendoti se conosci la Vespolina che io non avevo mai sentito nominare e che ho assaggiato quest'anno nel tempio del vino:il padiglione Piemonte.Esiste un vino fatto solo con vespolina? e se si, come si fa per limitare la sua,forse troppa,dolcezza?Aspetto notizie.Buona salute Piero

pierosalvatore said...

Ciao Francesco e bentornato sul mio blog. Sono contento che tu abbia fatto conoscenza con Mimmo Pasetti e, devo dirti, che condivido in pieno le tue buone impressioni. Il merito del signor Domenico è quello di avere fatto squadra con molti produttori della regione, con il duplice fine della qualità e di una buona azione di marketing. La linea "Testarossa" è davvero buona, ma il montepulciano "Harimann" rappresenta un vero portento. Risulta dall'interazione di una natura prepotente unita all'antica arte enologica, supportata dalle nuove tecnologie utilizzate in forme poco invasive. Questo vino viene ottenuto da uve Montepulciano in purezza, coltivate nella ventosa Pescosansonesco (PE), vendemmiate a novembre. Le uve, perfettamente mature e leggermente appassite, vengono così vinificate...il risultato??
Un rosso davvero importante, caldo, persistente e maestoso, tanto da fare tremare molti amaroni!! Certo, posso dire che non esageri dicendo che si tratta di un vino di classe superiore.

Per quanto riguarda la Vespolina ti dico che si tratta, insieme al Gamay Fréaux ed al Gamay Teinturier, di una delle poche cultivar al mondo ad avere pigmenti anche nell'endocarpo (ovvero nella polpa). Si tratta di una cultivar con buona dolcezza, con un tasso zuccherino che però non raggiunge livelli tali da creare inconvenienti alla normale vinificazione. Quindi la mia risosta è positiva, in quanto in alcune zone del Piemonte vengono ottenuti degli otiimi vini realizzati con uve del vitigno Vespolina vinificato in purezza!! Buona Salute a Tutti!!!